Riflessioni nei giorni della “QUARANTANA”
Purtroppo la storia del genere umano è segnata di gioie e dolori.
La mia generazione, nata poco prima dell’ultima guerra mondiale ha beneficiato di oltre settant’anni di pace. Abbiamo visto crescere il tenore di vita anno dopo anno, fino a raggiungere un benessere che spesso è finito nel consumismo senza intelligenza e rispetto per la natura e l’ambiente.
I nostri figli e nipoti hanno beneficiato di questo impetuoso progresso ma, nel contempo, abbiamo visto crescere il disagio per tante cose che non vanno nel nostro Paese e in tutti gli stati dell’occidente opulento. Invece di diminuire, gli squilibri tra ricchi e poveri stanno aumentando: ingiustizie palesi bruciano le nostre coscienze. Milioni d’essere umani, in molte parti del mondo ancora soffrono la fame, e vivono nella miseria più nera. Siamo stati capaci di dare benessere ai nostri giovani ma non è stato fatto altrettanto per dar loro un posto sicuro di lavoro e adesso stiamo assistendo a largo settori di lavoro mal retribuito e spesso in condizioni precarie.
Dunque, le mie riflessioni su quanto è avvenuto, sui tanti sacrifici fatti dai nostri antenati, ci dovrebbero servire, in questo particolare è difficile tempo per sopportare tutti i divieti e i sacrifici che ci vengono imposti.
Esperienza, sopportazione, richiedono momenti di ripensamento e soprattutto ci dovrebbero aiutare per comparare in sacrifici nostri con quelli davvero insopportabili di popolazioni ridotte alla fame, dalle guerre e dalla miseria.
Scusate questo mio “ pistolone” .
Nel porgere un saluto e un ringraziamento sincero a tutti coloro che stanno operando per salvare tante vite, auguro a tutti una buona Pasqua, in una ritrovata armonia e semplicità all’interno delle nostre famiglie.
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